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Vento di libertà

Presentazione all'Irish Pub di Piazza Duomo. Augusta, 31 Maggio 2008

Il 31 Maggio scorso "Vento di Libertà" è stato presentato all'Irish pub di Piazza Duomo. I relatori erano: il prof. Luigi Amato, docente di Estetica presso l'Accademia di belle Arti di Reggio Calabria, e la prof. Chiara Tinnirello, docente di Estetica presso l'Accademia di belle Arti del Val di Noto. Le foto sono state gentilmente concesse da Claudio Dipietro, graphic designer (http://web.tiscalinet.it/claudart).

Presentazione al Rotary Club. Siracusa, 17 Settembre 2007


La vicenda si svolge, a partire dal 22 giugno 1798, tra le navi di Orazio Nelson e la Sicilia.
I vascelli di Nelson stanno inseguendo invano per il Mediterraneo una flotta francese comandata da Napoleone Bonaparte.
Siamo alla vigilia della battaglia di Abukir, Bonaparte ha appena conquistato Malta e ne ha cacciato via i Cavalieri di San Giovanni.
Nelson non sa nulla del suo nemico, ha bisogno di piloti che conoscano il mare siciliano e di veloci fregate per intercettare i francesi. L’ammiraglio di Sua Maestà non sa neanche se potrà rifornire le sue navi nei porti siciliani perché il re di Napoli Ferdinando IV, temendo una ritorsione dei francesi già padroni di Roma, ha paura di compromettersi con gli inglesi.
In molti borghi siciliani si vive come in pieno Medioevo: è il feudatario il padrone di tutto, anche delle vite dei suoi sudditi, di cui può disporre amministrando la giustizia con il suo diritto al mero e misto impero.
Nel 1798, però, giungono da Malta in Sicilia le idee rivoluzionarie francesi
E a Napoli già si prepara la Repubblica Partenopea…
Anche le navi di Nelson portano nuove idee: quelle liberali della monarchia costituzionale britannica.
E’ quindi un “Vento di libertà”, quello che soffia sulle vele francesi e su quelle inglesi, al largo della Sicilia in quel lontano 1798.
E’ una fresca folata di vento quella che accoglie il lettore sin dalla prima pagina: quando in un’alba ventosa al largo di Messina l’ammiraglia di Nelson accoglie sul ponte di comando un giovane pilota di nome Storaci.
Il lettore imparerà, assimilerà, crescerà, insieme a Storaci e scoprirà pure da quali ardenti fuochi fosse spinto Orazio Nelson: disposto a tutto per ottenere la vittoria sui mari e per continuare a godere delle grazie di Lady Emma Hamilton, sua giovane e bellissima amante, ma anche moglie dell’ambasciatore di Sua Maestà a Napoli.
Il lettore assisterà alle crisi interiori del marchese di Bagni, che infine non vorrà apparire simile ai due immoti telamoni Currarinu e Calamaru, condannati a far la guardia nei secoli al ponte di Canicattini.
Tanti caratteristici personaggi siciliani, da Boncoraggiu a Malustagnu, da ‘Nsumma-squasi a Caloriu e a Filiferru, rendono questo romanzo un capolavoro, paragonato già, da chi ha letto il manoscritto, al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. L’autore non ha ancora concluso un contratto editoriale per questo romanzo.
Riportiamo l’annotazione preliminare dell’autore al manoscritto:
In queste pagine Orazio Nelson rivive tra noi. E’ questa la bellezza del romanzo storico: fa immedesimare il lettore nella vita quotidiana di un personaggio che si conosce solo distrattamente dai libri di storia.
Quasi tutte le parole che pongo sulle labbra di Nelson sono infatti tratte da frasi veramente pronunziate dal celebre ammiraglio inglese. Grazie soprattutto ad Internet, piuttosto che ai testi scritti su cui mi sono documentato, sono entrato nella sua personalità, nei suoi bisogni, nelle sue debolezze e nelle sue ambizioni.
Ormai so proprio tutto sul figlio del curato di campagna divenuto, dopo Abukir, visconte del Nilo e di Burnham Thorpe e duca di Bronte. Lo stesso dicasi di Edward Berry, Thomas Mastermann Hardy e Benjamin Hallowell.
Sulla storia d’amore tra Lady Emma Hamilton e Orazio Nelson c’è da dire che i due si conobbero nel 1793, ma che l’amicizia divenne una sfrenata storia di sesso solo dal settembre del 1798.
Anche Girolamo Danieli, marchese di Bagni, è un personaggio realmente esistito. Al marchese di Bagni, però, faccio fare e dire cose che il poveretto non ha mai detto, pensato o fatto: me ne scuso anticipatamente sin da ora con gli eredi. Sappiano però i suoi discendenti che Girolamo Danieli è, in questo romanzo, il personaggio in cui talvolta io stesso mi sono immedesimato.
Essendo io padre di una figlia ventenne, ho infatti pensato ai dialoghi tra don Girolamo e la figlia Maria come se li stessi facendo proprio io con mia figlia. Andando avanti nella storia, quindi, mi è prima sembrato realmente di tradirla, poi mi sono sentito ferocemente accusato da lei, infine ho disperatamente cercato il suo perdono.
Non credo comunque che il marchese di Bagni, con le sue crisi di coscienza finali, esca poi così male da questo romanzo. Tra i sette protagonisti di questa storia, Girolamo Danieli è sicuramente il più umano e il più simpatico… …Doveroso anche il ricordo dei martiri della Repubblica partenopea, da Eleonora de Fonseca a Francesco Caracciolo.
Boncoraggiu è il nome di un famoso brigante che operò tra la Grotta del Monello, Passuladru e Ruttaperciata. Il vero Boncoraggiu, però, è vissuto circa ottanta anni dopo i fatti da me narrati: divenne brigante solo perché renitente alla leva del nuovo re: Vittorio Emanuele II di Savoia.

Giuseppe Bordonali